


La novella l'amante di Gramigna è introdotta da una lettera di Verga all'amico Salvatore Farina, scrittore e intellettuale vicino all'ambiente della scapigliatura milanese.
La novella racconta la storia di una ragazza di nome Peppa che vive sconvolta dall'intensa passione per un bandito che non ha mai visto e che si chiama Gramigna, il cui nome deriva da quello di un'erba selvatica.
Abbandona quindi la casa e la madre non che la possibilità di una vita agiata e di un matrimonio sereno con Compare Finu, per seguire il bandito dal quale non si separerà neanche dopo che Gramigna verrà imprigionato.
Inutile è il tentativo della madre di sottrarre dalle braccia del bandito.
Peppa decide do fuggire e andare alla ricerca di Gramigna.
Una volta trovato il brigante decide di restare con lui aiutandolo a restare nascosto, cercando per lui acqua e cibo e sopportando le sue botte.
Dopo un certo tempo però i due vengono catturati l'uomo è condotto in carcere e Peppa, che è rimasta incinta, dopo un breve processo viene rimandata a casa dalla madre dove, rimane chiusa fino alla morte di quest'ultima.
A questo punto Peppa lascia il figlioletto presso un istituto di orfanelli e va a cercare l'uomo in carcere.
Qui scopre che Gramigna è stato trasferito altrove, ma la donna decide comunque di rimanere li, sopravvivendo grazie alla pietà altrui e qualche lavoretto di pulizia.
Nella prefazione a questa novella Verga, parlando del linguaggio, dice che è stato raccolto "dei viottoli dei campi" come a dire che è il parlare della gente comune.
Il narratore si ottiene al fatto schietto, senza filtrare attraverso il "giudizio personale".
Il modo di rappresentare le passioni umane deve seguire lo scientifico rappresentando i fatti senza alcun intervento scientifico, rappresentando i fatti senza alcun intervento deformante dello scrittore, in modo che l'opera d'arte sembrerà essersi fatta da se.
è l'ideale del racconto come "documento umano" come lo definisce Verga.
Il narratore deve rinunciare a un finale più drammatico e pieno di tensione, pur di dare un versione quanto più vera e impersonale della storia.