

La storia si svolge in Sicilia e ha inizio il 1821.
Gesualdo Motta è un muratore di Vizzini che lavorando tenacemente e coltivando la religione della "Roba" è diventato il padrone di terre e di case.
La sua storia si intreccia con quella della nobile famiglia Trao, caduta ormai nella totale miseria.
Intorno a loro si affolla una società di aristocratici corrotti, di borghesi avidi e ambiziosi quasi tutti ostici a Gesualdo di umili popolani.
Bianca Trao ha una relazione con il cugino Nini Rubiera: viene scoperta dai fratelli e poiché non le è possibile sposare l'amante (per l'opposizione della madre di lui), deve accettare un matrimonio di convenienza.
Lo sposo sarà Gesualdo Motta che in questo modo riesce a coronare il suo sogno di innalzamento nella scala sociale.
Le famiglie aristocratiche del paese, a loro volta, sperano con questa mossa di poter controllare l'intraprendenza dell'ex manovale, prossimo ad impadronirsi delle terre che tradizionalmente sono sotto il loro controllo.
il proposito non si realizza: Mastro Don Gesualdo continua imperterrito ad acquistare le terre comunali.
L'integrazione di Gesualdo nella cerchia della nobiltà è d'altronde più apparente che reale.
I nobili continuano a trattarlo come un inferiore, la sua stessa famiglia lo sfrutta e lo disapprova nel medesimo tempo, mentre la moglie Bianca gli è completamente estranea, solo Diodata, la serva affezionata che gli ha dato 2 figli e poi è stata data in sposta a Nanni, gli rimane fedele.