

2° Fase: Verismo

La seconda fase della produzione Verdiana è caratterizzata dalla visione al verismo.
Si apre con la novella Rosso Malpelo(1878).
Uscita sulla rivista il fanfulla della domenica è poi entrata a far parte della raccolta di 8 novelle dal titolo vita dei campi.
Il racconto è un perfetto esempio di racconto verista, in cui viene mostrata una fotografia oggettiva delle condizioni dei lavoratori e del sfruttamento minorile nella Sicilia dell'epoca.
Malpelo così chiamato per la rossa capigliatura è un ragazzo che lavora duramente in una cava di sabbia in Sicilia è un povero infelice sfruttato e deriso.
L'opinione popolare attribuisce una personalità malvagia a coloro che hanno i capelli rossi e per questo motivo malpelo viene trattato con pregiudizio da tutti e anche dalla stessa madre.
Egli è costretto a vivere emarginato e isolato, trattato come una bestia e non come un essere umano.
Il padre, Mastro Misciu detto "Bestia" per la remissività e il suo resistere alla fatica, è l'unico che ha del l'affetto per Malpelo, ma muore, nella stessa cava sotto una frana di sabbia.
L'emarginazione e le difficoltà portano malpelo ad assumere atteggiamenti cinici e spietati, soprattutto nei confronti di chi vive una condizione più debole e fragile della sua, come Ranocchio, un ragazzetto infelice come lui che lavora come manovale alla cava.
Dietro questo carattere indifferente, Malpelo, nasconde però una sua umanità e un bisogno d'amore che manifesta nei confronti dello stesso Ranocchio e del padre morto nella cava per la caduta di un pilastro di sabbia.
Quando Ranocchio si ammala e in breve tempo muore stroncato dalla fatica e dalle inumane condizioni di lavoro Malpelo rimane da solo.
Nel finale Malpelo si offre volontario per esplorare un passaggio della cava, si smarrisce nei cunicoli intrigati nell'indifferenza generale e senza lasciare traccia di se; verrà inghiottito dalla terra.