

La cultura Europea della seconda metà dell’800 fu dominata dal Positivismo, un indirizzo di pensiero nato in Francia. Il termine indica un metodo di conoscenza della realtà modellate sulle scienze positive e basato sull’osservazione dei fenomeni reali e sul principio della verifica della teoria con la prova dei fatti. La cultura Positivista considerava l’arte come una rinnovata esigenza di realismo. L’intellettuale positivista aveva un’illimitata fiducia nella scienza e nel progresso. Si applica il metodo scientifico alla conoscenza della società e all’uomo e alla nascita della cosi dette scienze sociali come: -sociologia -statistica -psicologia. Il teorico del positivismo fu il filosofo e sociologo francese Auguste Compie, il quale sostenne che la conoscenza si deve basare esclusivamente sui dati dell’osservazione e della sperimentazione. Egli applico il metodo sperimentale allo studio della società, aprendo la strada alla nascita della Sociologia. Altri importanti esponenti del positivismo furono i francesi Hippolyt Taine e Èmile Durkheim; il primo soprattutto con il suo radicale determinismo (la posizione secondo la quale l’ambiente, la razza e il momento storico, determinano le scelte e il comportamento degli individui), influenzò profondamente gli scrittori Naturalisti francesi. Tema centrale del pensiero di Durkheim è il problema delle relazioni tra individuo e società. Secondo il sociologo è la coscienza collettiva a determinare le azioni dei singoli individui. L’individuo è generato dalla società e non viceversa. Il più importante esponente del pensiero positivista è l’italiano Roberto Ardigo, ma vanno ricordati anche lo storico Pasquale Villari e il medico criminologo Cesare Lombroso fondatore dell’antropologia criminale.